Ancora un rinvio, l’ennesimo, per deliberare il passaggio da società cooperativa a S.p.A.: l’assemblea degli azionisti di Banca Popolare di Bari prevista per il prossimo 16 dicembre non si terrà. Questa volta lo spunto per prendere tempo lo offre il Consiglio di Stato, con la sua sostanziale non decisione del 18 ottobre scorso, diffusa con l’ordinanza del 26 ottobre.
I giudici di Palazzo Spada hanno, infatti, deciso di rinviare l’annosa questione della trasformazione in SpA delle banche popolari (come previsto dal Dl n. 3/2015) alla Corte di Giustizia Europea ponendo cinque quesiti sul contenuto dei quali pronunciarsi.
Eccoli nel dettaglio:
- dell'imposizione di una soglia di attivo al di sopra della quale la banca popolare è obbligata a trasformarsi in Società per Azioni, in rapporto alla normativa europea in tema di aiuti di Stato;
- della possibilità di differire o limitare, anche per un tempo indeterminato, il rimborso delle azioni del socio recedente, in relazione alla disciplina in tema di concorrenza nel mercato interno e di libera circolazione di capitali;
- della disciplina sulle limitazioni al rimborso della quota del socio in caso di recesso, per evitare la possibile liquidazione della banca trasformata, in relazione alla regolamentazione degli aiuti di Stato;
- della facoltà di rinviare il rimborso per un periodo illimitato e di limitarne in tutto o in parte l'importo;
- dell'articolo 10 del Regolamento delegato Ue 241 del 2014 della commissione Ue, in relazione alla violazione del diritto di godere della proprietà dei beni di cui all'articolo 16 e dell'articolo 17 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea".
La questione in sospeso, a questo punto, non riguarda più solo la Popolare di Bari e la Popolare di Sondrio, unici due istituti ancora non trasformatisi in Spa, ma anche le banche Popolari già convertitesi in SpA e l’intero processo della discussa riforma, di cui il Consiglio di Stato ha confermato la sospensiva.
Fermo restando che i due istituti sarebbero comunque liberi di decidere se trasformarsi in Spa oppure no, si profila sempre più impellente la necessità di tutela degli azionisti, che, nel caso pugliese, hanno visto precipitare i loro titoli da 9,53 euro di inizio 2016 agli attuali 2,38 euro, con una perdita del 75% in neanche 3 anni. A questo proposito, il Comitato per la tutela degli azionisti della Banca Popolare di Bari ha presentato nei giorni scorsi una proposta di legge alla Camera di Commercio di Bari.
Altro dato allarmante il rendimento delle obbligazioni subordinate della Banca Popolare di bari che, dopo la seduta del 26 ottobre, sono scivolate a quota 60 con proposte d’acquisto praticamente inesistenti. Il rendimento netto annuo del 23,57% viene definito dall’ADUC una “valutazione da default”.