Chi va in biblioteca?

    Chi va in biblioteca?

    Sono soprattutto le donne a frequentare le biblioteche, e lo fanno particolarmente nel tempo libero.

    E c’è chi le sceglie anche per incontrare gli amici. Ma ecco i dati emersi da un’indagine ISTAT a riguardo.

    Sono oltre 8 milioni gli italiani che frequentano le biblioteche in Italia, il 15,1% delle persone con più di 6 anni. La ricerca evidenza come i frequentatori di biblioteche in tutte le fasce d’età siano aumentati rispetto al 2006, con una crescita particolare tra i 20 e i 24 anni. Il 17,2% delle donne le frequentano, soprattutto nel tempo libero (il 40,1%). Oltre alle attività tradizionali, come prendere in prestito un libro (60,1%), leggere e studiare (39,8%) o raccogliere informazioni (27,8%), c’è anche chi sceglie la biblioteca per incontrare gli amici (8,5%).

    A frequentarle soprattutto i più giovani: tra i 6-24 anni, con un picco tra gli 11-14 anni che si attesa sul 41,5% di frequentatori nel 2015 (erano il 38,4% nel 2006). A partire dai 25 anni in poi l’utilizzo delle biblioteche diminuisce fino a toccare i livelli più bassi.

    Le donne sono le maggiori frequentatrici: il 17,2% rispetto al 12,9% dei maschi. Le differenze di genere diventano minime tra i bambini tra i 6 e i 10 anni e oltre i 65 anni. Guardiamo la provenienza geografica: nel Nord-Est la frequenza delle biblioteche è più alta (il 22,1%), seguita dal Nord-ovest con il 20% mentre il Centro si attesta al 13,3%. Inferiori il Sud con il 7,6% delle frequenze e le Isole con il 10,4%. In particolare il risultato delle Isole è dato da due situazioni diverse: in Sicilia la quota è dell’8%, mentre in Sardegna è più del doppio, ovvero il 18,1%.

    A Bolzano il 35% dei cittadini frequenta le biblioteche che sono anche molto diffuse: 43,5 ogni 100.000 abitanti. Al contrario in Campania dove c’è una più bassa percentuale di frequentatori (ovvero il 6,6%) ci sono meno biblioteche (sono 16,6 ogni 100.000 abitanti).

    Ma perché si va in biblioteca? Il 42% le frequenta per motivi di studio e/o lavoro e il 39,2% nel tempo libero. Gli uomini preferiscono le frequentare per motivi di studio o lavoro (45,4% rispetto al 39,6% delle femmine) mentre le donne scelgono le biblioteche per motivi legati al tempo libero (40,1% rispetto al 37,8% dei maschi).

    Anche i bambini tra i 6-10 anni scelgono la biblioteca per il tempo libero. Con il crescere dell’età, dagli 11 anni in poi, aumenta l’utilizzo per motivi di studio e lavoro. Dai 25 anni in poi, al contrario, è prevalente l’utilizzo per il tempo libero.

    La biblioteca è scelta dal 60,1% delle persone per prendere in prestito i libri, che diventa il 67,4% delle persone nel Nord Italia. Il 38,9% la sceglie per leggere e studiare, nel Sud Italia diventa una persona su due (ovvero il 49,6%). Il 27,8% la sceglie per raccogliere informazioni. Sono inferiori le scelte per consultare quotidiani e riviste (9,8%), prendere in prestito materiale audiovisivo (9,3%) e consultare i cataloghi (9,2%), mentre per l’8,5% delle persone è una meta per incontrare gli amici. In particolare sono il 15,7% dei ragazzi tra i 15 e 19 anni a frequentare la biblioteca per questo motivo. I giovani tra i 20 e i 24 anni, invece, la utilizzano per leggere e studiare (75,9%) o per raccogliere informazioni (40,4%).

    Le donne restano le più assidue nel frequentare le biblioteche. In particolare nella fascia di età tra i 20-24 anni una donna su due (ovvero il 54,4%) è andata in biblioteca 10 o più volte. Anche le età influenzano le visite in biblioteca. Un giovane su due tra i 20 e i 24 anni (ovvero il 52,3%) è andato in biblioteca 10 o più volte, mentre tra i 6-10 anni la quota è più che dimezzata (ovvero il 19,1%). Gli utenti più assidui (10 o più frequentazioni) sono il 36,6% nel Nord-est con un picco del 44,2% in Trentino Alto Adige. Le percentuali crollano al 26,1% nel Sud, mentre in Sicilia e Puglia si scende sotto il 23%.

    Certo è che andrebbero aiutate le biblioteche su come divenire centri di lettura (e di scrittura), in modo da essere punti di riferimento attivi nel processo di crescita culturale del Paese.

     


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