Tra questi merita attenzione la Fondazione Domus de Luna Onlus di Cagliari, che, nata nel 2005 per assistere e curare bambini, ragazzi e mamme in situazione di grave difficoltà, cerca di fare da ponte tra un prima difficile e un dopo diverso.
Questo non solo creando luoghi che accolgano, ma anche che diano possibilità a chi vive storie di estremo disagio di trovare riscatto imparando un mestiere. E lavorando.
Intanto, ci sono quattro case che accolgono bambini dalla nascita ai 21 anni e ragazze madri con figli piccoli, così come ci sono disoccupati che, padroni di un mestiere, si sono messi insieme mettendo a disposizione le proprie competenze e dando avvio ad alcune attività.
Una di queste è la Locanda dei Buoni e Cattivi, un ristorante con camere e appartamenti al centro di Cagliari in cui ragazzi e giovani mamme lavorano realizzando, come scrive un depliant informativo per gli ospiti esterni, “un passo avanti concreto verso una vita che vale la pena di vivere”.
Cuochi, camerieri, donne delle pulizie fino a ieri nelle peste, perché ragazzi e donne abbandonati o maltrattati, trovano qui un ambiente amico e dove, come una farfalla che esce dalla crisalide, potranno poi volare per il mondo con un mestiere in mano.
Tutto è autogestito dai lavoratori stessi, in forma di cooperativa. In cucina non ci sono sprechi e si cerca di combinare genuità e tradizione, utilizzando prodotti del territorio e del loro mare, secondo le stagioni, cercando gli ingredienti migliori, freschi e biologici, preferendo fornirsi di questi da imprese sociali come la loro. Ad esempio l’olio è in parte prodotto dai ragazzi della comunità La Collina di Serdiana e in parte da quelli della comunità San Lorenzo di Iglesias. E i legumi sono quelli coltivati nei terreni confiscati alle mafie dall’associazione Libera Terra.
Pane, pasta, dolci sono fatti in casa. Sono fatti con la semola di grano duro Senatore Capelli che prendono a Settimo San Pietro, dove usano ancora la macina in pietra e i setacci in legno. E se sono buoni non è solo per la genuità dei prodotti, ma anche perché qualcuno molto bravo nel suo mestiere ha regalato, e continua a farlo tuttora, un po’ di tempo per insegnarne i segreti a chi ha la voglia di intraprendere questa strada.
Una di queste generose personalità, per quanto riguarda la cucina, è uno chef stellato, Roberto Petza, la cui storia, di sardo autentico, è quella di un uomo, diplomato all’Istituto Alberghiero di Alghero, che esce dall’isola, gira il mondo e impara le tecniche di ristorazione, per poi fare ritorno alla sua terra con l’intento di valorizzare i suoi prodotti, restituendo alla Sardegna la sua grande dignità gastronomica, soffocata spesso da un cibo banalizzato per i turisti. Nel 2002 apre un suo ristorante, il S’Apposentu a Cagliari, al Teatro Lirico, dove gli arrivano i riconoscimenti da tutto il mondo e la Stella Michelin, ristorante che nel 2010 sposta a Siddi, nel cuore della Marmilla.
Qui sperimenta una formula che mette il ristorante al centro di una rete che coinvolge contadini, allevatori, artigiani in connessione con l’Accademia per la formazione dei Petza di domani. E tra questi i ragazzi che hanno alzato la testa lavorando alla Locanda dei Buoni e Cattivi. Andateci e scoprirete come si mangia. Ma il valore più grande è il percorso che chi ci lavora, in cucina, nelle sale o sopra, nelle camere e negli appartamenti, ha compiuto, senza stare lì, come tanti, troppi in Italia, a piatire un’assistenza dallo Stato sulle spalle dei contribuenti.
Naturalmente, non rifiutano l’aiuto, ma quello volontario di chi è disposto a darlo, in mestiere o in denaro, non dalle tasse che lo Stato si arroga il diritto di chiedere ai cittadini per poi non dare loro nulla in cambio, se non strade con buche, trasporti pubblici inefficienti, servizi sanitari da terzo mondo o quasi e un apparato burocratico soffocante che, con le sue tante, troppe norme legislative, amministrative e fiscali blocca la crescita economica del Paese. Ma senza dare nulla neppure a questi bambini, ragazzi e giovani madre, che, se non ci fossero organizzazioni come la Fondazione Domus de Luna, si ritroverebbero in strada, alla mercé del disagio più nero e, forse, anche della criminalità.
Porte e libri sono aperti in Domus de Luna. Statuti, bilanci, certificazioni, atti: tutti possono partecipare e controllare. Trasparenza e sostanza, niente chiacchiere, è tutto on line. Verificate.
E chi è interessato a dare una mano, può trovare tutto ciò che serve sui siti www.domusdeluna.it e www.locandadeibuoniecattivi.it