La Cina ha recentemente varato un piano ambizioso per contrastare la crisi del settore immobiliare, un pilastro dell'economia nazionale che negli ultimi anni ha subito un crollo significativo. Tra le misure principali, il governo ha previsto che le autorità locali possano acquistare le abitazioni invendute e completare i progetti edilizi sospesi, allo scopo di rilanciare un mercato immobiliare afflitto da un eccesso di offerta e una diminuzione della domanda.
Le nuove misure di Pechino
Le nuove politiche annunciate prevedono che le autorità locali possano acquisire immobili invenduti per destinarli ad alloggi a prezzi accessibili. In aggiunta, il governo ha abbassato i requisiti per i mutui immobiliari, riducendo il contributo minimo per l’acquisto della prima casa al 15% e per la seconda casa al 25%, al fine di stimolare la domanda.
Il governo centrale spera che queste misure possano contenere la crisi immobiliare, ma gli analisti restano scettici sulla loro efficacia a lungo termine. Secondo esperti del settore, queste misure potranno alleviare temporaneamente i problemi di liquidità degli sviluppatori, ma non risolveranno le questioni strutturali che affliggono il mercato.
La sfida delle amministrazioni locali
Uno degli ostacoli principali all'implementazione di questo piano è rappresentato dalle difficoltà economiche che molte città stanno affrontando. Molti governi locali, gravati da debiti elevati e con entrate fiscali ridotte, sono riluttanti ad acquistare case invendute, soprattutto a causa delle previsioni di ulteriori cali dei prezzi. Le stime indicano che i prezzi potrebbero scendere di un ulteriore 30% nelle principali città prima di stabilizzarsi. Di conseguenza, solo il 29% delle città ha effettivamente aderito al piano, nonostante le pressioni di Pechino. Inoltre, le rendite immobiliari sono generalmente basse: nelle città di prima fascia, il rendimento medio degli affitti è stato solo dell'1,4% nel 2023, rendendo l'acquisto di immobili un investimento poco attraente per le autorità locali.
Sostegno alla liquidità degli sviluppatori
Per affrontare le difficoltà finanziarie degli sviluppatori immobiliari, il governo ha introdotto un piano di estensione dei prestiti per 12 mesi, mirato a migliorare la liquidità e facilitare il completamento dei progetti in stallo. Questa misura si rivolge principalmente agli sviluppatori privati di qualità superiore, i quali potranno accedere più facilmente ai mercati obbligazionari interni e ai finanziamenti per la costruzione. Tuttavia, nonostante questi interventi, circa 50 sviluppatori cinesi hanno già fatto default su oltre 100 miliardi di dollari di obbligazioni offshore, e le prospettive di recupero per molti di loro restano limitate. La mancanza di fiducia dei consumatori e la domanda debole continuano a rappresentare un grande ostacolo per la ripresa del settore.
Conclusioni
Il piano di Pechino per salvare il settore immobiliare rappresenta un tentativo significativo di affrontare una crisi profonda e complessa. Tuttavia, l'attuazione del piano è stata lenta, e molte delle misure annunciate rischiano di non essere sufficienti a risolvere le problematiche strutturali. Il successo di questo intervento dipenderà dalla capacità del governo di incentivare una ripresa della domanda immobiliare e di risolvere le difficoltà finanziarie degli sviluppatori. La crisi immobiliare cinese sembra destinata a proseguire nel medio termine, e solo un'azione più incisiva potrà riportare stabilità al settore.