L'ex governatore della Banca centrale libanese, Riad Salame, è stato formalmente arrestato dopo la convalida del suo fermo da parte del primo giudice istruttore di Beirut, Bilal Halaoui, il 5 settembre 2024. L'arresto di Salame è legato a una serie di illeciti finanziari che coinvolgono transazioni sospette risalenti al periodo 2015-2016, effettuate tra la Banca centrale e Optimum Invest, una società finanziaria libanese. Salame, 73 anni, ha ricoperto la carica di governatore della Banca centrale libanese per 30 anni, fino al 2023, diventando uno dei volti più influenti del sistema economico e politico del Paese. È attualmente sotto indagine in Libano e in diversi paesi europei per accuse che vanno dal riciclaggio di denaro alla cattiva gestione di fondi pubblici. Il fermo del 3 settembre scorso segna un punto cruciale in un'inchiesta che ha scosso il fragile sistema finanziario libanese, già in grave crisi dal 2019.
Le accuse e le responsabilità di Salame
Riad Salame è accusato di essere corresponsabile del crollo finanziario che ha travolto il Libano nel 2019, un evento che ha causato il congelamento dei conti bancari di migliaia di cittadini e ha portato a una drammatica svalutazione della lira libanese. Le accuse principali riguardano transazioni sospette avvenute durante il suo mandato alla Banca centrale, tra cui il trasferimento di fondi attraverso società legate a membri dell’élite politica e finanziaria del Paese. Lo Stato libanese, rappresentato nel processo, si è costituito parte civile contro Salame, che, durante il suo mandato trentennale, è stato un membro chiave dell'establishment politico ed economico. Il suo arresto segna una svolta importante non solo per le indagini interne al Libano, ma anche per quelle aperte in paesi europei come la Francia e la Svizzera, dove Salame è accusato di avere accumulato enormi ricchezze attraverso operazioni poco trasparenti.
Le proteste dei correntisti
La notizia dell’arresto di Salame ha scatenato la rabbia dei cittadini libanesi, già duramente colpiti dalla crisi economica. Centinaia di manifestanti si sono radunati davanti al palazzo di giustizia di Beirut per protestare contro il congelamento dei conti bancari, una misura adottata dal 2019 che ha impedito ai correntisti di accedere ai propri risparmi. Questi cittadini accusano Salame e l'intero sistema bancario di essere i principali responsabili del collasso finanziario del Paese. Le proteste riflettono la profonda sfiducia che molti libanesi nutrono verso le istituzioni finanziarie e politiche del Paese. Nonostante le indagini in corso, la popolazione continua a lottare con le conseguenze di una crisi che ha devastato l'economia libanese, causando inflazione galoppante, disoccupazione e povertà diffusa.
Conclusioni
L'arresto di Riad Salame potrebbe segnare l'inizio di una nuova fase nelle indagini sul collasso finanziario libanese, ma il suo impatto reale dipenderà dal proseguimento del processo e dalle eventuali condanne che seguiranno. Nel frattempo, il Paese continua a lottare contro le conseguenze di una crisi senza precedenti, con migliaia di cittadini ancora privati dell'accesso ai propri conti bancari e una profonda incertezza sul futuro economico del Libano