Due righe della bozza del Programma nazionale di riforma, contenuto nel Def, hanno regalato altro tempo alle due banche popolari che ancora non si sono trasformate in SpA., come invece previsto dalla discussa riforma Renzi-Boschi, approvata nel 2015.
Il termine per la trasformazione in SpA delle banche popolari con attivi che superano gli 8 miliardi di euro slitta così dal 31 dicembre 2019 (termine già allungato di un anno rispetto alla prima scadenza del 31 dicembre 2018) al 31 dicembre 2020. Gli unici Istituti che superano questa soglia di utili (peraltro assai contestata nel settore, in quanto arbitraria ed esistente solo in Italia) sono Popolare di Bari e Popolare di Sondrio.
Risulta chiaro, a questo punto, l’intento di attendere che sull’argomento si pronunci la Corte di Giustizia Europea, chiamata dal Consiglio di Stato in merito alla riforma varata dal governo Renzi.
Il limite imposto, a detta di alcuni esponenti del comparto (Assopopolari), frena le possibili aggregazioni, pure caldeggiate da Banca d’Italia. Per questo motivo, eventuali operazioni in questo senso vengono rimandate, cercando di capire anche se si possa dare vita a modelli diversi, ad esempio holding di banche più eterogenee, in linea con le previsioni della riforma delle Bcc.
Nell’incertezza derivante da questa ulteriore proroga, l’unico dato –politico- certo è che in questo modo viene superata la “barriera” delle elezioni europee, così che l’attuale governo eviti di prendere decisioni che accelerino la riforma che le banche popolari hanno sempre contrastato.
Banca Popolare di Bari e Banca Popolare di Sondrio hanno, però, natura ed esigenze diverse tra loro. Mentre l’istituto lombardo riceve le attenzioni di due deputati della Lega, Ugo Parolo e Massimo Sertori, la banca pugliese, come si sa, è alle prese con un difficile piano di ristrutturazione, che non esclude aggregazioni con altri istituti del centro-sud ed è attenzionata sia dalle forze di governo che da quelle di opposizione, considerato che sia PD che Forza Italia hanno esponenti da sempre vicini ai vertici della Popolare di Bari.
Dovremo attendere ancora, quindi, per capire cosa succederà. Purché, nel frattempo, la Banca Popolare di Bari non finisca in default tecnico.