Carige, basta con le dispute.

    Carige, basta con le dispute.

    Salita spesso agli onori delle cronache negli ultimi mesi per i rapporti burrascosi tra soci e governance, che hanno visto alternarsi rapidamente dimissioni, nomine, aumenti di capitale e inevitabili  andamenti altalenanti in borsa, CARIGE sembra finalmente aver trovato un punto d’equilibrio in grado di far sperare nella continuità che il mercato si aspetta.

    Finalmente, infatti, a fine settembre i soci hanno approvato il cambio di direzione, votando per il nuovo board, a netto marchio ex Unicredit.

    Pietro Modiano, milanese, 67 anni, una lunga carriera bancaria, due mandati di presidenza della SEA SpA ((la società aeroportuale milanese) è il nuovo Presidente di Banca Carige.

    Al suo fianco, in sostituzione di Paolo Fiorentino, è stato nominato amministratore delegato Fabio Innocenzi, veronese, 57 anni, ex manager UBS, Banco Popolare e Unicredit, insieme a Modiano ai tempi di Alessandro Profumo.

    Vice presidente del C.d.A., in rappresentanza dell’azionista di maggioranza Malacalza, è stata nominata Lucrezia Reichlin, romana, 64 anni, economista, per anni consigliere non esecutivo di Unicredit Group.

    Un primo tenue segnale positivo dalla Borsa si è avuto subito dopo le nuove nomine, col rialzo del 2,38%. Nuovi rialzi anche nei giorni scorsi.

    Ma il lavoro è tutto da fare e non sarà facile. Del resto, il tono delle prime parole di Modiano “Ora non possiamo fallire” è chiaro: la banca è in grande difficoltà, in un contesto generale complesso, con lo spread in salita e i mercati incerti per le decisioni del governo.

    Eventuali errori  potrebbero rendere sistemici i problemi della banca più antica d’Italia, con conseguenze gravissime per tutto il sistema creditizio del Paese.

    Primo impegno nei confronti della Bce è un nuovo piano conservativo del patrimonio unito ad un aumento di capitale entro l’anno.

    Si era parlato di possibili fusioni, ma, secondo Malacalza, in caso di fusione sbagliata, sarebbe fallimento.

    Quasi certe alcune cessioni e l’emissione di un bond subordinato. necessarie ovviamente anche nuove strategie  e riduzione delle spese.

    Molti rischi, dunque, e, in attesa delle prossime novità, concludiamo citando lo stesso Innocenzi che, in occasione della presentazione del suo libro memoir “Sabbie Mobili. Esiste un banchiere perbene?”, edito due anni fa da Codice Edizioni, si pose anche un’altra domanda: “Chi è il banchiere giusto? Non è chi evita i rischi, ma chi li gestisce. Pure sbagliando.”

     

     

     


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