Banche italiane contro Bruxelles.

    Banche italiane contro Bruxelles.

    Con una sentenza che certamente avrà molte ripercussioni, il 19 marzo scorso la Corte Europea ha deciso di annullare quanto a suo tempo stabilito dalla Commissione Europea, che nel 2015 aveva giudicato  come aiuto di Stato l’intervento del Fondo Tutela dei depositi  (Fitd) per il salvataggio di Tercas.

    Il piano di salvataggio della banca abruzzese prevedeva, tra l’altro, la vendita della stessa alla Banca Popolare di Bari ed era stato gestito dal FIDT, che è ente (un consorzio, per l’esattezza) di diritto privato. La Commissione UE aveva però considerato che il fondo avesse agito per conto dello Stato italiano e, di conseguenza, aveva intimato di recuperare circa 300 milioni di fondi ritenuti aiuto statale.

    Questa decisione del tribunale europeo avvalora un’interpretazione meno rigida delle regole bancarie del blocco UE sulla gestione delle banche in fallimento.

    La Corte UE spiega che sono emersi vari elementi “che indicano che il FITD ha agito in modo autonomo al momento dell’adozione dell’intervento a favore di Tercas” e che, pertanto, “gli interventi a favore di Tercas hanno una finalità diversa da quella derivante da detto sistema  di garanzia dei depositi in caso di liquidazione coatta amministrativa e non costituiscono l’esecuzione di un mandato pubblico”.

    La decisione della Commissione, oggi ritenuta errata, ha avuto effetti a catena con forti ripercussioni anche sui salvataggi di altri istituti bancari: Banca Etruria, Cari Ferrara, CariChieti, Banca Marche, le banche venete e persino MPS.

    Ora l’ABI vuole chiedere un risarcimento a Bruxelles per l’errore commesso, viste le conseguenze sulle banche e sui risparmiatori  italiani. “La Commissione Europea rimborsi i risparmiatori e le banche concorrenti danneggiate” si legge in un comunicato. “La posizione sbagliata ed ideologica sostenuta ha prodotto danni gravissimi economici e politici all’Italia e all’Europa, per i quali qualcuno dovrà rendere conto”, conferma l’eurodeputato PD Roberto Gualtieri.

    A tal proposito, ricordiamo che il rispetto delle norme UE, dopo la decisione del 2015, aveva portato al decreto “salvabanche” dell’allora governo Renzi, che , ad un costo più elevato di quello previsto dal FIDT, aveva per giunta escluso i risparmiatori sottoscrittori di obbligazioni subordinate. Salvo poi scoprire che centinaia di piccoli risparmiatori erano stati truffati dai manager bancari, nel tentativo di ripianare i buchi di bilancio.

    Questa recente decisione potrebbe avere ripercussioni anche sui salvataggi bancari in corso, tra i quali Banca Carige, per la quale è intervenuto lo schema volontario. In futuro, però, dopo questa sentenza, il FIDT potrebbe intervenire preventivamente su altre situazioni.

    Intanto, il responsabile dell’antitrust europeo, Margrethe Vestager, ha affermato che la Commissione valuterà le conseguenze di questa decisione e ha sottolineato che il caso non va legato ai salvataggi di altre banche italiane.

    Certamente questa decisione del tribunale europeo porterà anche nuove polemiche politiche sui rimborsi ai risparmiatori truffati e il fronte Governo/Bruxelles potrebbe surriscaldarsi.

     


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