Quotare le PMI all’AIM: incentivi fiscali.

    Quotare le PMI all’AIM: incentivi fiscali.

    La quotazione sul mercato Aim Italia di Borsa Italiana Spa rappresenta un’opportunità per le PMI che hanno importanti progetti di crescita.

    La quotazione può far crescere le imprese supportandone lo sviluppo attraverso l’accesso al mercato dei capitali con un procedimento semplificato.

    Aim Italia è un Sistema Multilaterale di Negoziazione gestito da Borsa Italiana Spa e dedicato alle piccole e medie imprese ad alto potenziale di crescita. Si contraddistingue per essere un mercato flessibile sia nella fase di quotazione che nella fase di post quotazione. In particolare i vantaggi offerti da Aim alle PMI sono i seguenti.

    Una flessibilità regolamentare, concepita per offrire un percorso semplificato alla quotazione e al tempo stesso adempimenti post-quotazione calibrati sulla struttura delle piccole e medie imprese. La Centralità del Nomad (Nominated Adviser), una figura consulenziale che accompagna la società durante la fase di ammissione e per tutta la permanenza sul mercato. I requisiti di accesso sono, poi, semplificati rispetto al mercato principale, tant’è che non è prevista una dimensione minima o massima della società in termini di capitalizzazione e, per quanto riguarda il flottante, è sufficiente una soglia minima del 10%. Oltretutto, non sono previsti requisiti particolari in tema di corporate governance, così come non sono previsti requisiti economico-finanziari specifici. Ed ancora, altra caratteristica è rappresentata dalla rapidità e costi contenuti per l’accesso al mercato dei capitali rispetto al mercato principale, assicurando al contempo trasparenza e liquidità per gli investitori. A tanto si aggiunga la visibilità internazionale, in quanto le imprese potranno accedere a un mercato realmente globale, beneficiando di visibilità internazionale, appunto, e godendo della credibilità conquistata dall’AIM inglese e dai mercati di Borsa Italiana.

    Il legislatore, dal canto suo, ha introdotto una serie di incentivi fiscali volti a rendere economicamente “conveniente” la quotazione per le PMI e più attraente l’investimento per gli investitori.

    In particolare, il credito di imposta è stato previsto nella Legge di Bilancio 2018 (art. 1, commi 89-92), che ha introdotto - per le PMI che iniziano una procedura di ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in un sistema multilaterale di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo – un credito di imposta per i costi sostenuti dal 1 gennaio 2018 al 31 dicembre 2020 relativi alla quotazione. Il beneficio spetta a condizione che l’impresa abbia effettivamente ottenuto l’ammissione alla quotazione. Il credito di imposta è riconosciuto, fino ad un massimo di 500.000 euro, nella misura del 50%  dei costi di consulenza sostenuti per l’ammissione alla quotazione. 

     Cosicché, tra i costi oggetto di credito di imposta rientrano ad esempio i compensi professionali per l’attività dell’advisor legale; i compensi professionali per l’attività del  Nomad; i compensi professionali per la redazione del piano industriale; i compensi per le attività di due diligence; dell’implementazione del controllo di gestione e delle attività di comunicazione.

    Va anche detto che dal punto di vista della rilevanza fiscale, il credito di imposta a cui accedere, non concorre alla formazione del reddito imponibile ai fini IRES, né della base imponibile IRAP. 

    Nei prossimi giorni dovrebbe essere emanato il decreto attuativo Mise-Mef relativo alle modalità di applicazione del credito di imposta. Pare conterrà alcuni importanti chiarimenti; in particolare la possibilità di godere dell’agevolazione anche nel caso di quotazione mediante l’acquisizione di un impresa già quotata (c.d. Reverse merger) e nel caso di quotazione senza aumento di capitale.

    Vi sono anche altre novità degne di rilievo come l’Aiuto alla Crescita economica (ACE), che saranno oggetto dei prossimi approfondimenti su &Magazine.

     


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