La decisione potrebbe aprire la strada a una battaglia legale per ottenere denaro trattenuto dalle banche in caso di estinzione anticipata del prestito.
La Commissione degli Arbitri Bancari Finanziari (Abf) di Milano, organismo istituito dalle banche italiane per risolvere le controversie tra istituti di credito e clienti evitando lunghi e onerosi procedimenti giudiziari, ha infatti dato ragione ad un cliente, condannando la banca a pagargli 1.504 euro, oltre al pagamento della procedura.
Il Cliente ha ottenuto quindi il rimborso degli oneri del finanziamento, estinto alcuni anni fa.
Il parere dell’Abf poggia su una sentenza della Corte Costituzionale, la 263 del 2022, che lo scorso 22 dicembre era intervenuta sulla annosa controversia che vede dalla parte opposta della barricata banche e consumatori. Dal 2021, infatti, si era affermata una interpretazione della legge per la quale, in caso di estinzione anticipata del finanziamento, il consumatore avesse diritto al rimborso dei soli oneri che si distribuivano lungo il periodo di durata del finanziamento. Con un danno, quindi, dal punto di vista economico. E un vantaggio per la banca.
La Consulta, però, ha stabilito che questa interpretazione è incostituzionale, perché lesiva dei diritti dei consumatori e, in particolare, dei vincoli assunti dall’Italia nei confronti dell’Unione europea. «Di conseguenza i consumatori, in caso di estinzione anticipata del finanziamento – spiega Benenti – hanno diritto alla restituzione proporzionale di tutti gli oneri corrisposti, comprensivi degli oneri di istruttoria e di intermediazione, anche qualora abbiano concluso i loro contratti prima dell’entrata in vigore della legge 106 del 2021".
È stato bocciato quindi un articolo del Decreto sostegni bis, nella parte in cui veniva limitato ad alcune tipologie di costi sostenuti per il finanziamento il diritto alla riduzione spettante al consumatore in caso di estinzione anticipata.